Partiamo dai dati. Pandemia e inflazione hanno stravolto bilanci e consumi delle famiglie, ormai quasi per metà assorbiti dalle spese obbligate. L’inflazione si sta mangiando oltre 400 euro al mese in più rispetto al 2019 (+45,5%). Complessivamente quest’anno le famiglie italiane spenderanno in media 2.846 euro al mese, 286 euro in più rispetto all’ultimo anno prima della pandemia (2.560 euro).
Nelle province autonome di Trento e Bolzano si registra la spesa media familiare più alta, pari a 3.450 euro mensili. Per arrivare a fine mese Confesercenti ha valutato che si dovranno bruciare 6,5 miliardi di risparmi. Questo non è un Paese che cresce. Questo non è un Trentino che corre o per lo meno a velocità differenti e non in modo trasversale.
Lo scenario preoccupa lavoratori e famiglie, ma anche le nostre imprese che in molti casi a causa degli aumenti dei prezzi vedono crollare il volume delle vendite, come confermano anche le proiezioni del nostro centro studi nazionale. E per l’ennesima volta a risentirne maggiormente sono le aziende del commercio, un settore in difficoltà, sebbene per motivi differenti nel tempo, da un lungo periodo. Guardando al sistema economico nel suo complesso quindi per il nostro territorio sarà nuovamente determinante il ruolo del comparto turistico che con la sua lunga e variegata filiera auspichiamo possa fare da volano, insieme all’industria, all’intera economia trentina. Facciamo il tifo quindi per una stagione estiva di successo ed un inverno che migliori ancora i numeri del passato.
Dobbiamo guadagnare tempo con l’auspicio, ma non la certezza almeno per ora, che fra 6-8 mesi vi sia un’inversione e un miglioramento sostanziale dei costi per le materie prime, che a oggi seppure in discesa, si collocano ancora ad un livello superiore a quello di prima della guerra in Ucraina, e quindi arrivare finalmente ad una riduzione dei prezzi al consumo.
Non possiamo nel mentre ignorare la necessità di restituire potere di acquisto alle famiglie perché possano sostenere le spese mensili senza ulteriori difficoltà e ridare capacità ed equilibrio finanziario alle imprese; in tal senso i tassi di interesse e quindi i costi di mutui, finanziamenti e linee di credito che stanno strangolando risparmi dei privati e le riserve delle micro piccole e medie imprese, sono un problema persistente e sempre più evidente su cui la politica nazionale ed europea e tutti i soggetti coinvolti è opportuno che facciano una immediata e seria riflessione e speriamo vogliano dare risposte e soluzioni.
Non è una questione di possibilità. È questione di volontà e ancor più di necessità.
Mauro Paissan
Presidente Confesercenti del Trentino